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Come ho gestito il cambiamento in un progetto Agile critico

  • Immagine del redattore: Lorenzo Ambrogi
    Lorenzo Ambrogi
  • 22 lug
  • Tempo di lettura: 2 min
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Una delle sfide più grandi in qualsiasi progetto è il cambiamento. Requisiti che si modificano, priorità che si ribaltano, imprevisti che mettono tutto in discussione. In questo articolo ti racconto un caso reale in cui ho gestito un cambiamento importante durante un progetto critico. Non usavamo Scrum, ma alcuni principi Agile mi hanno aiutato a rimanere allineato con il team e a ridurre il caos. È un esempio concreto di come il mindset conti più del metodo.


Il contesto: progetto di integrazione tra due sistemi

Stavo coordinando un progetto di integrazione tra due sistemi forniti da aziende diverse. Il cliente aveva definito requisiti dettagliati, ma la realtà era più complessa. Ogni team aveva tempi, linguaggi e obiettivi diversi. Dopo settimane di lavoro, durante una riunione, il Product Owner (da parte cliente) cambia una specifica critica: il sistema A deve comunicare con B in un modo completamente diverso. Impatto alto, tempi stretti. Il rischio era paralizzare tutto. In un approccio tradizionale avremmo bloccato i lavori, rinegoziato i contratti, aggiornato la documentazione per giorni. Invece ho deciso di applicare alcuni principi Agile per gestire il cambiamento in modo rapido, condiviso e sostenibile.


Cosa ho fatto, passo dopo passo

Il primo passo è stato riunire i due team e il PO. Ho usato domande semplici: “Cosa cambia davvero?”, “Possiamo gestirlo in fasi?”, “Cosa possiamo testare subito?”. Abbiamo ridotto l’ambito al minimo indispensabile per validare il nuovo flusso. Poi ho chiesto ai team di proporre una soluzione con piccoli incrementi: niente big bang, solo versioni funzionanti e testate passo dopo passo. In 5 giorni avevamo un primo scambio dati operativo. Il PO ha rivisto le priorità e il team ha potuto procedere con un piano condiviso. Nessun formalismo, solo comunicazione continua, trasparenza e piccoli passi. È stata la prima volta in cui ho visto i principi Agile funzionare sul serio, senza chiamarli per nome.


Cosa ho imparato da questa esperienza

Ho capito che la gestione del cambiamento non è una questione di tool, ma di approccio. Potevamo chiuderci nella difesa del piano, invece abbiamo scelto l’adattamento. Il valore non stava nella precisione iniziale, ma nella capacità di decidere insieme, in modo informato. E soprattutto, senza scaricare il problema su “quello che ha cambiato idea”. Il cambiamento non va subìto, va messo in relazione con gli obiettivi. Se il contesto cambia, il piano può cambiare. E farlo in modo trasparente è il miglior modo per mantenere la fiducia.


Mini guida – Come gestire un cambiamento con approccio Agile


  • Chiarisci cosa è davvero cambiato (non tutto cambia, solo una parte)

  • Coinvolgi subito chi decide (PO, stakeholder, team)

  • Riduci l’ambito: cosa possiamo testare subito per validare la nuova direzione?

  • Procedi per piccoli incrementi: una versione funzionante vale più di un piano perfetto

  • Rivedi le priorità insieme al team: condividerle è il primo passo per gestirle


Conclusione

In quel progetto non c’erano Scrum Board, Sprint o Retrospective. Ma c’era un mindset Agile. Abbiamo iterato, coinvolto tutti e trovato una soluzione che funzionava.

Nei prossimi articoli parlerò proprio di gestione del cambiamento, prioritizzazione e collaborazione cross-team. Seguimi su LinkedIn o iscriviti al blog se vuoi riceverli. E se hai vissuto qualcosa di simile, scrivimi: scambiarsi queste esperienze è la vera crescita.


 
 
 

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