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Quando Agile funziona (e quando no)

  • Immagine del redattore: Lorenzo Ambrogi
    Lorenzo Ambrogi
  • 31 lug
  • Tempo di lettura: 3 min
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Agile è efficace, ma non è una bacchetta magica. Funziona bene in alcuni contesti e male in altri. In questo articolo vedremo come capire se il tuo progetto o la tua azienda sono pronti per Agile e quando invece un approccio più tradizionale è più adatto.


Agile funziona quando i requisiti cambiano

La forza di Agile è la capacità di adattarsi. In progetti dove i requisiti sono incerti o evolvono nel tempo, i cicli brevi e il feedback continuo permettono di evitare sprechi.

Esempio: in un progetto di app mobile, il mercato cambiava ogni 3 mesi. Usando Scrum con Sprint di 2 settimane, il team poteva modificare la roadmap senza buttare mesi di lavoro già fatto.


Agile funziona quando puoi rilasciare valore incrementale

Agile lavora a piccoli passi. Se puoi consegnare parti funzionanti di prodotto ogni poche settimane, raccogliendo feedback e migliorando, sei nel contesto giusto.

Settori tipici dove questo approccio brilla:

- Sviluppo software

- Marketing digitale

- Design di prodotto

- Servizi iterativi (es. customer experience)


Agile funziona quando hai stakeholder attivi

Il coinvolgimento del cliente o dello stakeholder non è opzionale: è il cuore di Agile. Senza feedback continui, l’adattamento perde senso.

Errore comune: fare Scrum senza mai avere Review con stakeholder. In quel caso, stai solo creando iterazioni interne senza allineamento con chi userà il prodotto.


Quando Agile funziona male

Ci sono scenari dove Agile rischia di complicare le cose invece di migliorarle:

- Requisiti fissi e complessi: es. costruzione impianti industriali, edilizia

- Alti vincoli normativi: progetti dove il rilascio deve essere completo e certificato in blocco (es. sistemi GMP farmaceutici)

- Impossibilità di rilasciare incrementi: se non puoi consegnare parti funzionanti intermedie, Agile perde la sua arma principale

- Cultura aziendale non pronta: Agile richiede trasparenza e collaborazione. In contesti fortemente gerarchici senza fiducia, il framework non basta.


Agile vs Waterfall: non è una guerra

Agile e Waterfall non sono opposti, ma strumenti per contesti diversi.

Waterfall è ideale per progetti con:

- Requisiti chiari e stabili

- Alto rischio nel cambiare in corsa

- Forte dipendenza da compliance e documentazione


Agile è perfetto quando:

- Serve flessibilità

- È possibile iterare e rilasciare spesso

- Il valore cresce tramite feedback continui


Molte aziende ibride funzionano meglio. Es. Waterfall per la parte infrastrutturale, Agile per il software e i servizi.


Come capire se il tuo progetto è adatto ad Agile

1. I requisiti cambiano o sono incerti?

2. Puoi rilasciare parti di prodotto in 2–4 settimane?

3. Hai stakeholder disponibili a dare feedback continui?

4. Il team può auto-organizzarsi senza micro-management costante?


Se rispondi “sì” ad almeno 3 su 4, Agile è una scelta sensata.


Esempio pratico: due approcci a confronto

Scenario A: implementazione di una linea produttiva GMP. Requisiti fissi, documentazione pesante, validazione finale obbligatoria. Qui Waterfall è più efficace.


Scenario B: sviluppo di una dashboard per analisi dati. Requisiti che cambiano, necessità di feedback dagli utenti, possibilità di rilasci frequenti. Agile riduce rischi e accelera valore.


Mini sezione operativa

1. Prendi un progetto reale su cui lavori.

2. Segna in una tabella: requisiti fissi vs variabili, possibilità di rilasci incrementali, disponibilità stakeholder.

3. Se almeno 2 voci sono “variabili”, testa Agile su una parte del progetto invece di cambiare tutto subito.


Conclusione

Agile non è per tutto e per tutti. Funziona dove c’è incertezza, possibilità di iterare e stakeholder attivi. In contesti rigidi o a requisiti fissi, un approccio tradizionale rimane più efficace. La chiave è capire il contesto prima di scegliere il metodo.


 
 
 

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