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Scrum Master: cosa fa davvero (e cosa NON dovrebbe fare)

  • Immagine del redattore: Lorenzo Ambrogi
    Lorenzo Ambrogi
  • 17 lug
  • Tempo di lettura: 2 min
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Il ruolo dello Scrum Master è spesso frainteso. Alcuni lo vedono come il “capo del team”, altri come un semplice organizzatore di riunioni. In realtà, è una figura chiave per far funzionare Scrum in modo sano. In questo articolo ti spiego in modo chiaro cosa fa (davvero) uno Scrum Master, cosa non dovrebbe fare e perché è molto più che un facilitatore tecnico.


Il vero ruolo dello Scrum Master

Lo Scrum Master è una figura di servizio. Il suo obiettivo è aiutare il team a lavorare bene, rispettando i principi Scrum e rimuovendo gli ostacoli. Ma non comanda, non prende decisioni tecniche e non gestisce le persone. Il suo compito è proteggere il team, facilitare gli eventi Scrum (Sprint Planning, Daily, Review, Retro) e aiutare l’organizzazione a capire e supportare il framework. È anche un educatore silenzioso: se il Product Owner riempie lo Sprint con 20 item in 10 minuti, il SM non lo ferma con autorità, ma lo guida con domande: “Cosa conta davvero per questo Sprint?”, “Come possiamo renderlo sostenibile?”.


Cosa NON deve fare uno Scrum Master

Uno Scrum Master non è un Project Manager. Non assegna task, non detta le scadenze e non fa da ponte tra cliente e team. Se lo fa, snatura il suo ruolo. Non è neppure un segretario del team. Se si limita a mandare inviti e scrivere verbali, non sta creando valore. E soprattutto, non è il “poliziotto di Scrum”. Il suo lavoro non è correggere gli altri, ma aiutare il team a capire cosa funziona davvero per loro. Quando un SM assume un atteggiamento da controllore, il team lo percepisce come una barriera, non un supporto. Meglio un facilitatore che fa domande, piuttosto che uno che impone regole a memoria.


Come interpreto il ruolo

Nel mio modo di vedere il ruolo, ci sono 3 cose fondamentali:1. Creare spazi sicuri, dove il team può parlare apertamente di problemi, priorità e conflitti.2. Fare domande intelligenti più che dare risposte: “Cosa ci sta bloccando davvero?”, “Cosa possiamo semplificare?”.3. Mantenere Scrum leggero: niente riunioni inutili, niente formalismi forzati. Solo ciò che serve per creare valore e crescere Sprint dopo Sprint. Ho già applicato questi approcci come PM in contesti non Scrum. Anche senza il ruolo formale, il mindset fa la differenza: creare contesto, non controllo.


Conclusione

Lo Scrum Master non è un capo, non è un tecnico, non è un “controllore Agile”. È una figura che lavora per gli altri, nel silenzio e nella sostanza. Farlo bene richiede empatia, pazienza e coraggio.

Nei prossimi articoli parlerò di Daily, Retro ed errori comuni nei team Scrum. Seguimi su LinkedIn o iscriviti al blog per non perderli. E se fai lo Scrum Master o ci stai pensando, scrivimi: ogni confronto è una retro in più.


 
 
 
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